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Mps con l’aumento chiede lo sconto alla Bce

Via libera del cda all’operazione da 2,5 miliardi per rispondere a Draghi, si tratta per ridurre il deficit

Mps con l’aumento chiede lo sconto alla Bce

Da La Stampa


C’è il via libera al maxi aumento di capitale: sarà fino a un massimo di 2,5 miliardi di euro. Alcune cessioni apporteranno altri 220 milioni circa. E nell’ultimo dei tre punti di cui si compone il «capital plan» che il cda del Monte dei Paschi ha approvato ieri per far fronte ai 2,1 miliardi di deficit patrimoniale emerso al termine degli stress test, Siena chiede alla Bce uno «sconto». O meglio, una «mitigazione del deficit», come viene definito, per una somma pari alla differenza tra gli utili operativi stimati per l’anno 2014 (stime vicine alla realtà, visto che l’anno volge al termine) e quelli ben più bassi stimati nello scenario avverso e che hanno «contribuito negativamente alla determinazione» del deficit. 

Ballano insomma 390 milioni: la decisione se scontarli o meno toccherà alla Bce dove il presidente di Mps, Alessandro Profumo (il quale ieri ha espresso soddisfazione per l’esito del cda), era andato lunedì scorso, evidentemente per discutere anche di questo tema. Nel mentre, la banca guidata dall’ad Fabrizio Viola ha deciso di fare un’operazione corposa. Con i 2,5 miliardi che saranno chiesti agli azionisti, Siena (+6,31% ieri in Borsa) non solo conta di coprire lo «shortfall», ma pure di rimborsare tutti i residui 1,07 miliardi di aiuti pubblici ricevuti sotto forma di «Monti bond». E dunque anche quei 321 milioni il cui rimborso, nel piano di ristrutturazione di Mps, era previsto nel 2017 e così rimasti fuori dai radar dello stress test.  

Gli azionisti saranno chiamati a dare il via libera all’aumento, che sarà con diritto d’opzione, in un’assemblea straordinaria, in concomitanza con quella per l’approvazione del bilancio, ad aprile: l’operazione si avvierà tra maggio e giugno. Già raggiunto un accordo di «pre-garanzia» sull’eventuale inoptato. Ubs sarà global coordinator e joint bookrunner, mentre Mediobanca, Goldman Sachs e Citi saranno co-global coordinator e joint bookrunners. Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, Deutsche Bank e SocGen saranno joint bookrunners. 

Oltre all’aumento, Mps nel «capital plan» (per cui Ubs e Citi sono advisor) ha previsto ulteriori misure da cui la banca conta di recuperare circa 220 milioni: si tratta di cessioni di partecipazioni non core (per esempio Consum.it) e di attivi del portafoglio proprietario ad alto assorbimento patrimoniale, per cui si parla di alcune cartolarizzazioni oggi a bilancio. In ulteriore aggiunta alle misure del piano, Siena conta di sviluppare altre «azioni manageriali» già programmate, facendo leva sulla «produttività commerciale» e sul miglioramento della qualità degli attivi. Si parla di un «de-risking ulteriore del bilancio» e una «gestione proattiva dei crediti in sofferenza», in cui sono previste, tra l’altro, «vendite di portafogli» e una «riorganizzazione dei processi e dei team interni». 

In attesa dell’ok della Bce, fin da ora la banca avverte che «privilegerà quelle soluzioni che consentiranno un’ottimizzazione dell’uso del capitale anche tenendo conto delle opzioni strategiche che verranno per tempo individuate». Tra queste non ci sarà di certo l’offerta da 10 miliardi ricevuta dalla cinese Nit Holding che, secondo Siena,.......(segue)