MPS: Aumento a rischio rinvio
Tempo quasi scaduto per le trattative in vista dell'assemblea degli azionisti di venerdì 27 dicembre
La Fondazione smentisce ipotesi di cessione. La Compagnia San Paolo si sfila. Posizioni distanti sul prezzo. E il voto sulla ricapitalizzazione potrebbe slittare in seconda convocazione. Leggi l'articolo....
Da La Repubblica di oggi
Ente e investitori ancora distanti sul prezzo: potrebbero aggiornarsi a dopo l’assemblea, specie se sarà votata una proposta soft sui tempi dell’aumento
Fondazione Mps: “Nessuna offerta per il 20%” Ma la Borsa ci crede e l’azione si infiamma
di Andrea GRECO
MILANO — Il tira e molla tra fondazione Mps e gli investitori interessati a comprarle azioni della banca senese continua. E a tre giorni dall’assemblea della vita, per votare la ricapitalizzazione da 3 miliardi a gennaio, non si è concretizzata un’offerta perché le parti non si accordano sui prezzi.
Così Palazzo Sansedoni può commentare: «Smentiamo categoricamente qualsiasi ipotesi di cessione, e che sia programmata una riunione della Deputazione amministratrice per valutare una proposta». L’organo allargato, riunito ieri, s’è limitato a esaminare il budget 2014.
La presidente Antonella Mansi, su consiglio dell’advisor Lazard, pare orientata a sfruttare le ricoperture dei recenti venditori allo scoperto di Mps per vendere dopo le feste, con il prezzo vicino a 20 centesimi.
La seduta borsistica di ieri, con l’azione forte e trafficata malgrado le smentite, è un buon viatico per lei (+4,3% a 0,176 euro). Se davvero Mps rivedesse i 20 centesimi di ottobre, Mansi potrebbe anche decidere di liberarsi di tutto il 33,5% dell’ente, incassando circa 650 milioni utili a rimborsare parte dei 340 milioni di debito e a riacquistare qualche diritto dell’aumento Mps a prezzi minimi.
È una strategia che più addetti ai lavori ritengono audace, ma con diversi rischi d’esecuzione. Uno sono le valutazioni di Mps: i banchieri del consorzio dell’aumento (guidato da Ubs) applicando i multipli di Unicredit e Intesa, ritengono che post aumento il valore implicito di Mps sia attorno a 0,12 euro: difficile che qualcuno paghi oggi 0,20 cash.
Altro rischio viene dalla resa dei conti assembleare. La fondazione dovrebbe presentarsi in as- semblea il 27, «salvo improbabili novità dell’ultimo momento».
Ma alla prima convocazione il quorum scatta al 50% più un’azione, e non è scontato. Le altre due convocazioni sono 28 e 30 dicembre. Si rischia uno scontro tra gli opposti impegni, del management Mps che due volte in cda ha fatto votare il piano di aumento con avvio entro il 20 febbraio, e della Fondazione che lo vorrebbe non prima del 12 maggio 2014.
Sembra che si lavori a far votare una proposta “terza”, che permetta di far partire l’aumento “entro il 12 maggio 2014”. Un ritocco che permetterebbe all’ente di proseguire la trattativa con la cordata di compratori e sbloccare l’iter di aumento una volta trovato l’accordo. L’escamotage consentirebbe al management Mps di non dimettersi dopo il paventato voto contro, salvando un po’ di faccia e la stabilità degli assetti cara alle autorità vigilanti.
Oggi è in agenda un incontro tra emissari di Cariplo - fondazione disposta a investire 200 milioni - e uno dei due fondi stranieri disponibili a comprare da fondazione Mps. Con loro ci sarebbero un fondo italiano, Cariverona e Carifirenze (100 milioni), ma non Compagnia Sanpaolo, che ha precisato di «non avere in corso alcuna iniziativa di intervento». Ma senza l’ok di Mansi l’offerta non si può materializzare, né la cordata restare coesa a lungo.