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MPS e le sofferenze: il caso Alessandria

Tra i tanti crediti facili ce n'è uno che potrebbero pagare i cittadini piemontesi

MPS e le sofferenze: il caso Alessandria

Da Il Cittadino On Line


SIENA. Aveva ragione Gabriello Mancini a dire che la Fondazione MPS non era un bancomat, anche se l’avevano messo lì, senza alcun curriculum a confortarci, proprio per fare quello. Mussari invece aveva capito che il Monte dei Paschi era il caveau del bancomat e ci planò nel 2006 con tutti i mezzi possibili venendo fuori proprio da Palazzo Sansedoni. La mancata nazionalizzazione dell’istituto di credito (anche se ha beneficiato dei soldi pubblici come le nazionalizzate…) ci ha fatto arrivare il manager Profumo, che ha chiuso le magagne generate dalla vecchia gestione sotto la dicitura "sofferenze bancarie" senza elencarne una. Ma i segreti alla fine vengono sempre a galla, come i 600 milioni incautamente e senza garanzie reali prestati ai DeBenedetti per l’avventura Sorgenia.

Da Alessandria arriva la conferma che il Monte dei Paschi era anche il bancomat del partito. La vicenda riguarda un “carrozzone colmo di debiti quale si è rivelata la partecipata della Provincia di Alessandria, Energia e Territorio”. In una provincia a guida Pd, questa società ha contratto debiti con le banche per quattro milioni di euro di cui un milione e 800mila euro di finanziamento concesso da Mps nel 2010. Che è solo una parte del debito della partecipata, fondata con molte ambizioni, vissuta tra progetti rimasti sulla carta e miseramente finita in liquidazione la primavera scorsa”. A nessuno gliene importerebbe, in fin dei conti i soldi sono stati spesi in stipendi, festini e velleitarie iniziative buone solo a giustificare le somme che uscivano dalla cassa.

Ma quello che non fa dormire i vertici, a Roma come a Siena, è una clausola di garanzia. Già perché “per garantire la restituzione del prestito, MPS si è tutelata con una fidejussione sottoscritta dal maggior azionista di E&T, ovvero la Provincia. Che, visto lo stato in cui si trova la partecipata decotta, rischia seriamente di dover sborsare i quasi due milioni, ammesso che li abbia”. O chiederli ai cittadini della provincia di Alessandria sotto forma di nuove tasse. Un colpo all’immagine del partito di Renzi da far tremare le gambe, se la fidejussione dovesse venire escussa. Unisin chieda conto e verità di questo ai vertici aziendali, perché i dipendenti di MPS sono come i cittadini di Alessandria in questa vicenda: quelli che pagano.

“Presidente e poi anche amministratore di E&T prima del subentro del liquidatore è stato, per anni, un nome noto nell’entourage della sinistra ex Pci alessandrina: Guido Ratti”, scrive Lo Spiffero. ”Cassiere della federazione comunista e poi tesoriere del Pd provinciale, dato per dimissionario dopo essere stato indagato dalla Procura di Piacenza per irregolarità nel finanziamento al partito, risulta ancora al suo posto. Non l’unico. Ratti è pure presidente della Fondazione Longo, la cassaforte che custodisce il patrimonio immobiliare dell’ex Pci in terra mandrogna, ma anche un laboratorio di iniziative politico-culturali che annovera tra i suoi non pochi sostenitori la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e quella di Tortona così come quell’ExpoPiemonte di cui  Sergio Chiamparino vuole disfarsi per via del deficit. Tra i supporter vanta anche il Monte dei Paschi di Siena. Nulla di illegale, per carità. Coincidenze, forse. Come quella che ha portato alla nomina a liquidatore di E&T del ragioniere Sandro Tortarolo, altro nome dell’entourage ex Pci alessandrino. O come quella, più ammanta nata dalle nebbie mandrogne, che ha portato in una mattina di febbraio del 2013 le Fiamme Gialle a fermare l’allora capo dell’area finanza del Monte dei Paschi proprio ad Alessandria.  Ricercato, era pronto a spiccare il volo per Londra. Non si è mai capito perché e grazie a chi avesse cercato rifugio nel capoluogo mandrogno. Aveva in tasca trentamila euro. Una manciata di monete in confronto a quanto potrebbe dover sborsare la Provincia di Alessandria a una banca. Mps, tanto per cambiare”.

Anche la provincia di Siena è ricca di partecipate pubbliche che non vanno bene e hanno debiti con le banche, e il Pd è sempre stato partito-guida nelle amministrazioni locali italiane. Quanti soldi sono incagliati con le avventure di partito Profumo non ce lo dirà mai, forse non lo sa neppure lui (e sarebbe cosa ancor più grave). Era meglio quando c’era la Cortina di Ferro: almeno si sapeva che i soldi venivano dalla Russia! Il Tandem aspetta ottobre per avere quanto promesso da Draghi: non si salverà la trimestrale da presentare a metà novembre, probabilmente, ma i conti di fine anno, se si ricominciasse a fare mutui casa oltre alle solite polizze Axa, potrebbero avere un deciso miglioramento.

Di RED