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Area Antonveneta: 40.000 nuovi clienti

Fontanelli: A Nordest il grosso è stato fatto. Quote di mercato in crescita.

Area Antonveneta: 40.000 nuovi clienti

Da Il Corriere del Veneto


PADOVA - Parte dai numeri positivi, i 40 mila nuovi clienti da inizio anno e la quota di mercato sugli impieghi all’ 11,68%, il doppio della raccolta, al 6,76%, cresciuta negli ultimi tre mesi, sovrapponibile alla quota degli sportelli. «Dove la nostra posizione cresce, dopo aver chiuso 60 filiali. Indice che stiamo facendo bene con i clienti». Presenta questo biglietto da visita Massimo Fontanelli, 55 anni, toscano di Cecina, ma di casa in Veneto, tra studi al collegio Filippin di Paderno del Grappa, moglie trevigiana e figli nati nella Marca, e una carriera iniziata in Montepaschi ad Adria, e cresciuta tra Venezia e Treviso.

Da una settimana è il nuovo responsabile territoriale Antonveneta di Montepaschi, che da Padova governa il Nordest, con 391 filiali e oltre tremila dipendenti. Già responsabile della direzione rete di Mps, Fontanelli succede a Giuseppe Menzi, 63 anni, andato in pensione dopo 42 anni di carriera, gli ultimi 6 a capo prima dell’Antonveneta acquisita da Mps e poi della rete Antonveneta fusa dentro la banca senese la scorsa primavera. In un duro lavoro ad handicap, di fronte ai problemi di Siena, valsogli l’unanime onore delle armi.

Ma per Fontanelli il peggio è alle spalle e lo sforzo dev’essere di ripartire. Innanzitutto sul fronte personale e filiali, dopo le 60 già chiuse e i timori legati ai 150 sportelli in più da tagliare nel nuovo piano industriale. «Ma a Nordest il grosso è stato fatto - dice -. Ci saranno piccoli aggiustamenti. E sul personale siamo a posto». Dunque si tratta ora di far leva sui punti di forza a Nordest, partendo dall’appoggio alle Pmi con l’ufficio estero. «Beppe Menzi ha fatto un gran lavoro, che io ho seguito da Siena, nel rispetto del brand e del territorio - afferma Fontanelli -. Questa è un’Antonveneta diversa da quella che aveva ereditato lui. Ma per noi è un asset di valore e si è creata una banca nella banca. Che dà lavoro a più di tremila persone, 700 in direzione generale, una delle maggiori aziende a Nordest. E l’area territoriale avrà le stesse autonomie operative che aveva il direttore dell’Antonveneta, diverse da quelle delle altre aree territoriali Mps.

L’autonomia per l’area Nordest è ben più ampia di quella del mio collega di Milano. Una banca a statuto speciale. E questo dice bene quel che vogliamo fare sul territorio ». Perché alla fine si torna sempre lì, al nodo della banca territoriale. Con il presidente della Regione, Luca Zaia (che ieri ha inviato le sue congratulazioni a Fontanelli), tornato a rilanciare l’ipotesi di un’Antonveneta che torna in mani venete.

«Mi ha colpito quella dichiarazione - replica Fontanelli - perché ci riconosce un valore importante. Certifica che non siamo più la vecchia Antonveneta che aveva sofferto. Tranquillizzo il governatore: saremo una vera banca territoriale. Che si fa nei fatti e non a parole. E i nostri uomini oggi sono in giro per aziende. Se poi per banca del territorio s’intende altro, io mi fermo». Chiusura su Fondazione Antonveneta: «Per noi resta una realtà importante».