Cerca all'interno del portale
Sfoglia per categoria

ABI disdetta CCNL. Verso lo sciopero di Categoria

Abi ha disdettato unilateralmente il contratto collettivo nazionale dei bancari che è stato siglato all'inizio del 2012

ABI disdetta CCNL. Verso lo sciopero di Categoria

Da: Il Sole 24 Ore

Abi ha disdettato unilateralmente il contratto collettivo nazionale dei bancari che è stato siglato all'inizio del 2012 e che prevedeva un aumento medio di 170 euro a regime. L'ipotesi del contratto, che aveva avuto una discussione molto animata nelle assemblee dei lavoratori, era stata approvata da quasi il 60% dei lavoratori.

La delegazione dei banchieri, guidata dal presidente del Casl e vicepresidente di Abi, Francesco Micheli, ha così deciso di usare la carta della disdetta perché, gli oneri del contratto siglato il 19 gennaio del 2012 risultano "particolarmente gravosi" e "non sono più sostenibili a fronte del peggioramento dello scenario economico e produttivo". In particolare nella lettera del direttore generale di Abi Giovanni Sabatini indirizzata ai sindacati, si legge che "le banche italiane registrano un calo di redditività «insostenibile» dovuto alla crisi ma anche alle riforme regolamentari e all'impatto dell'innovazione tecnologica". Le misure di contenimento del costo del lavoro adottate con l'ultimo accordo "non appaiono più sufficienti", anche considerato che alle rispettive scadenze dovrebbero venir meno le misure transitorie in materia di blocco degli scatti di anzianità, riduzione delle voci retributivie utili ai fini del trattamento di fine rapporto e fungibilità piena dei quadri direttivi. Di qui la necessità di avviare una riflessione per possibili linee di intervento. L'obiettivo della disdetta, secondo quanto spiegano i banchieri, è di anticipare le necessarie fasi di consultazione del contratto. Nei precedenti rinnovi la disdetta era stata data unilateralmente sia dai sindacati che dall'Abi.

http://adv.ilsole24ore.it/5/www.ilsole24ore.it/12/impresa_territori/industria/L18/691521223/VideoBox_180x150/IlSole24Ore/Autopromo_SOLE_square/square_INVENDUTO_Sole.html/77776352565649334172774142414948?_RM_EMPTY_&

A Palazzo Altieri, ai rappresentanti dei lavoratori sono state illustrate le nuove condizioni di lavoro nel sistema bancario italiano che rendono urgente rimettere mano al contratto e sono quindi alla base della disdetta anticipata. In particolare Abi ha spiegato ai sindacati "di dover gestire gli addetti in eccedenza, in crescita progressiva anche in ragione della riduzione dei volumi e delle attività produttive". Gli aumenti tabellari derivanti dal rinnovo contrattuale dovrebbero andare a regime da luglio 2014 e "da quel momento non sono previste compensazioni con recuperi, stabiliti invece nel periodo temporale di vigenza del ccnl. Imprescindibile è la ricerca di nuovi equilibri tra livello dei salari e occupazione sostenibile". Torna quindi l'aut aut tra salario e occupazione. Abi ha fatto notare ai sindacati che i livelli retributivi e il costo del lavoro nelle banche si pongono ben al di sopra degli altri settori nazionali e della media europea. La retribuzione contrattuale annua per la "figura media di settore" ha assicurato finora al personale il pieno recupero del potere d'acquisto eroso dall'inflazione, anche limitando l'analisi alle sole voci tabellari nazionali. Anzi le retribuzioni sono salite anche più dell'inflazione aumentando in modo significativo i livelli di differenziazione rispetto agli altri settori. L'evoluzione della retribuzione tabellare della figura media, influenzata anche dagli automatismi, è maggiore dell'inflazione.

L'emergenza in atto ha spinto le banche a ribadire ai sindacati l'importanza della contrattazione di prossimità. Nel contratto del credito gli interventi derogatori o sostitutivi potranno riguardare le materie della prestazione lavorativa, gli orari e l'organizzazione del lavoro. Per le aziende, prima ancora dell'intervento sul ccnl, sono così fondamentali interventi per aumentare la produttività, modulare opportunamente gli orari di lavoro, riqualificare il personale e accrescere la mobilità, intervenire sugli inquadramenti rendendoli più funzionali all'organizzazione, bloccando i percorsi di carriera e superando ogni forma residua di automatismi, moderare i salari, proseguire nella riduzione dei costi anche attraverso la diminuzione degli organici. Infine intervenire per il blocco/moratoria/disdetta della contrattazione aziendale o di gruppo.
La reazione dei sindacati non si è fatta attendere. Subito dopo l'incontro le segreterie delle otto sigle sindacali dei bancari hanno deciso di proclamare uno sciopero
nazionale contro la disdetta del contratto nazionale di lavoro annunciata. Secondo quanto si apprende dovrebbe essere di una giornata e potrebbe coincidere con la giornata del risparmio prevista per il 31 ottobre.


Da ASCA

Sileoni: dall'Abi attacco senza precedenti a diritti lavoratori

(ASCA) - Roma, 16 set - ''La disdetta del contratto nazionale dei lavoratori bancari, disposta dall'Abi, con 10 mesi d'anticipo rispetto alla scadenza naturale, rappresenta un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori, a cui risponderemo per le rime, anche con lo sciopero'', cosi' Lando Sileoni, Segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari.

''In questa vicenda senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali di settore, ci troviamo di fronte a dei banchieri che sono dei perfetti Giani Bifronte, la cui doppiezza e' sotto gli occhi di tutti. Da una parte di fronte alle istituzioni monetarie internazionali e nei loro road show danno ottimistiche comunicazioni ai mercati, dichiarando grande solidita' patrimoniale, ''core Tier 1'' oltre i vincoli di ''Basilea3'', di aver ridotto tutti i costi operativi, compresi i costi del personale, di essere capaci di assorbire le rettifiche su crediti generate dalla recessione, di non avere in pancia titoli tossici e di avere rischi degli attivi enormemente minori rispetto alle banche europee'', sottolinea il numero uno della Fabi. ''Dall'altra, a casa loro, quando si devono confrontare con le organizzazioni sindacali, denunciano una redditivita' del capitale ai minimi storici, senza prospettive di ripresa, utili netti precariamente sostenuti dal carry trade sui titoli di stato grazie ai finanziamenti della Bce, costi del personale e livelli occupazionali insostenibili.Com'e' possibile gestire con responsabilita', trasparenza e partecipazione le relazioni sindacali in presenza di una tale sconcertante, antitetica ed inquietante doppiezza di messaggi? La Banca D'Italia, che ha ribadito, in piu' occasioni, la solidita' del sistema bancario italiano non ha nulla da dire? Qual e' la vera situazione economica, reddituale, patrimoniale delle banche italiane? I lavoratori hanno il diritto di' saperlo, prima degli stress test annunciati dalla Bce, che il Parlamento europeo ha investito del compito di Vigilanza sulle grandi banche europee'', conclude Sileoni. red/men