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MPS: Mussari e la politica

Le richieste di Amato "per il suo tennis"

MPS: Mussari e la politica

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Le richieste di Amato "per il suo tennis"

Spuntano i nomi eccellenti dei politici italiani nell'inchiesta sulla banca senese.Uno scambio di interessi con il neo giudice della Corte Costituzionale nelle carte dell'inchiesta senese

MILANO - Io faccio un favore a te e tu ne fai uno a me. Sembra essere questo il legame che ha permesso a Giuseppe Mussari di sedersi al vertice del Monte dei Paschi e poi dell'Associazione italiana dei banchieri.

A rivelarlo sono le intercettazioni che il Nucleo valutario della Guardia di Finanza di Roma ha depositato presso la procura di Siena.

Uno degli sponsor di Mussarri sarebbe stato Giuliano Amato, appena nominato giudice della Corte costituzionale dal presidente Napolitano.

Quando nel febbraio 2010 si apre la corsa alla poltrona dell'Abi, Giuliano Amato chiama Mussari per chiedergli "se è vera la voce circa la sua candidatura all'Abi in modo tale da fare qualcosa per sostenerlo".

Mussari conferma le proprie intenzione e apre un canale con Amato. La telefonata è del primo aprile di quell'anno e si parla del torneo organizzato dal Circolo tennis Orbetello, di cui il politico è stato presidente dal 1996 al 2003 (oggi è presidente onorario). 

Amato: "Mi vergogno a chiedertelo, ma per il nostro torneo a Orbetello è importante perché noi siano ormai sull'osso, che rimanga immutata la cifra della sponsorizzazione. Ciullini ha fatto sapere che il Monte vorrebbe scendere da 150 a 125".
Mussari: "Va bene, ma la compensiamo in un altro modo".
Amato: "Guarda un po' se riesci, sennò io non saprei come fare... Trova, ce l'hai un gruppo? La trovi?"
Mussari: "La trovo, contaci". 

Dalle intercettazioni a disposizione degli investigatori emergono anche i rapporti con Gianni Letta (che chiede finaziamenti per il teatro Biondo di Palermo), Silvio Berlusconi (col quale ha un incontro a Palazzo Grazioli), Daniela Santanchè (che gli chiede un appuntamento per il socio d’affari Angelucci), Piero Fassino (mediato dalla politica locale), e Romano Prodi, che gli confida di non voler più tornare in politica.

(13 settembre 2013)