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Consiglio provinciale, il futuro di MPS

Consiglio provinciale, il futuro di Banca e Fondazione Mps al centro della seduta di oggi.....

Consiglio provinciale, il futuro di MPS

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da sienafree.it - che ringraziamo - esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di questo sito, che rimane autonoma ed indipendente.


Banca e Fondazione Mps. Ampia e articolata la discussione seguita alla presentazione della mozione della consigliera Raffaella Senesi (Pd) che invitava a posticipare ogni decisione all’insediamento dei nuovi organi della Fondazione Mps in merito al mantenimento o meno del tetto del 4% ai soci privati, come prescritto nell’Articolo 9 comma 1 dello statuto della banca conferitaria. La mozione è stata respinta a maggioranza con i voti favorevoli della proponente, di Riccardo Burresi (Pd), Donatella Santinelli (Pdl), Antonio Falcone (Rifondazione - Partito Comunista) e Lorenzo Rosso (Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale). Astenuti Marileno Franci (Pd), Marco Andreassi (Pdl) e Fabrizio Camastra (Pdl).
 
“L’eliminazione del tetto senza un patto di sindacato - ha detto Raffaella Senesi presentando la mozione - potrebbe portare Banca Mps a trasferire altrove la direzione generale, con il tragico risultato di perdere posti di lavoro, la chiusura di molte imprese dell’indotto e di cancellare la speranza di un futuro di sviluppo per i giovani di questo territorio. Sono consapevole che la Fondazione non ha risorse e che il tetto del 4% probabilmente salterà comunque, ma perché farlo al buio? Perché non aspettare di avere maggiori garanzie per il territorio? Perché tutta questa fretta? Come si fa a considerare aiuto di stato un prestito al tasso del 10%? Io credo che a tutti questi interrogativi i cittadini della provincia di Siena meritino risposta”.
 
Sul tema è stato presentato anche un ordine del giorno incidentale a firma dei consiglieri Marco Nasorri e Niccolò Guicciardini (Pd), Antonio Giudilli (Idv) e Roberto Renai (Sel), approvato a maggioranza con il voto contrario dei consiglieri Antonio Falcone (Rifondazione - Partito Comunista) e Lorenzo Rosso (Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale); astenuti Marco Andreassi (Pdl), Riccardo Burresi (Pd), Marileno Franci (Pd) e Raffaella Senesi (Pd). Ha scelto il non voto la consigliera Donatella Santinelli (Pdl). “Spetta alla Fondazione Mps, con un’autonoma valutazione - ha detto Marco Nasorri illustrando l’ordine del giorno - decidere sull’utilità della cancellazione del vincolo del 4% al diritto di voto dei soci rispetto alla tutela del patrimonio, che è l’unico modo per preservare il rapporto con il territorio e il ruolo della Fondazione Mps nella compagine azionaria della Banca”.
 
“La Fondazione - ha detto Marileno Franci (Pd) motivando il voto di astensione - non doveva partecipare già al primo aumento di capitale ed è in quella fase che dovevano già scegliere di diluire. Abbiamo tutti perso del tempo su una Fondazione che non era credibile. Parliamo del niente. Se avessimo avuto una Fondazione che aveva sostanza, le scelte della Banca sarebbero state altre”.
 
“La Fondazione Mps ha sempre riferito ai consiglieri - ha detto Donatella Santinelli (Pdl) - ma non sapeva esattamente quello che stava succedendo all’interno della Banca. Le nostre decisioni non hanno mai inciso minimamente e questo è inaccettabile. Neanche le linee programmatiche votate in quest’aula hanno influito sulle decisioni della Fondazione Mps. Qui dobbiamo capire se realmente gli enti Provincia e Comune di Siena possano fare veramente qualcosa per tutelare questa comunità. Il vincolo del 4% è una salvaguardia per evitare che vi possano essere pesanti speculazioni. L’importante è che la sede della Banca rimanga a Siena e che possa mantenere il legame con il territorio senese”.
 
“Senza nuova liquidità – si è inserito nella discussione il consigliere Alberto Taccioli (Pd) - la Banca rischia ancora di più. Paghiamo per errori fatti a Siena e oggi diventa complicato andare in sede di governo nazionale e in sede europea a chiedere altro rispetto alle indicazioni che ci vengono date. Adesso dobbiamo avere il coraggio di affrontare la realtà: se un certo tipo di rapporto tra Banca, istituzioni, politica, Fondazione è finito e non si potrà più ripetere, questo non significa che tutto sia perduto e che il socio azionista possa lavorare affinché il socio che arriverà non sia solo una scelta dell’amministratore delegato. Un socio utile, per un progetto di medio lungo periodo. Non si deve creare illusioni, Siena oggi non ha la forza di dare le carte e decidere come muoversi a prescindere da cosa dice il resto del mondo. Mettersi contro a un invito esplicito sarebbe folle e mi spaventa. La Fondazione ha autonomia, la Banca è un’azienda quotata in borsa. La politica dia indirizzi e stia fuori dalla gestione. Per il futuro, servono volti nuovi e profili alti per lasciarsi alle spalle il passato”.
 
“Appare inopportuno e incongruo - ha detto Lorenzo Rosso (Fratelli d’Italia - Centrodestra Nazionale), che la scelta di cancellazione del tetto del 4% venga fatta a due settimane dalla composizione dei nuovi organi della Fondazione Mps. Sono loro che avranno la legittimità di fare scelte così determinanti per il futuro della nostra comunità”.
 
Non concorda sulla scelta di entrare nel merito delle questioni il consigliere Antonio Falcone (Rifondazione - Partito Comunista) “perché non compete a questo consiglio. La consigliera Senesi non fa una questione di merito, dice una cosa semplicissima: rimandare ogni scelta alla nuova Fondazione e io lo condivido”.
 
“Parliamo di una scelta che va ponderata con attenzione – ha detto Riccardo Burresi (Pd). La Banca ha bisogno di liquidità, la Fondazione ha bisogno di tutelare il proprio patrimonio, la città ha bisogno del Monte dei Paschi. La scelta di cancellare il tetto del 4% deve tenere conto di tutte e tre queste necessità. Questa Fondazione non ha l’autorevolezza e la credibilità necessaria per prendere questa decisione, deve essere la nuova Fondazione a siglare il patto di sindacato con il nuovo socio. I soci restano, gli amministratoti delegati cambiano. Nella prossima assemblea, la Fondazione deve posticipare la scelta al rinnovo dei nuovi organi”. “L’elemento del 4% è fondamentale per il futuro di questo territorio - ha sottolineato il consigliere Fabrizio Camastra (Pdl) - Se si perde l’ancoraggio al territorio perdiamo tantissimo”.