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Retribuzioni al Top Management

Comunicato unitario delle Segreterie di Coordinamento. A proposito leggi a seguire un articolo di oggi su Rupubblica...

Retribuzioni al Top Management

In merito alla relazione sulle politiche retributive, recentemente resa pubblica, abbiamo urgentemente richiesto chiarimenti all’Azienda in particolare sui dati relativi alle retribuzioni del Top Management.

È da tempo che come Organizzazioni Sindacali del Settore denunciamo il livello scandalosamente alto delle stesse e, per quanto riguarda la nostra Azienda, non coerente con le misure di contenimento dei costi imposte a tutti i Lavoratori.

Nell’Accordo del 24 dicembre abbiamo previsto, primi nel Settore, un contributo straordinario a carico delle retribuzioni più elevate. Consideriamo tale misura ormai non più sufficiente, anche alla luce dei dati pubblicati, e quindi chiediamo all’Azienda un ulteriore passo, ad esempio sollecitando al Top Management, in coerenza con quanto già fatto da Presidente e AD, un contributo straordinario verso MP Solidale.......(segue)


A proposito: La Repubblica

Un minuto di un banchiere vale quattro ore di un lavoratore "normale"

Il ceo di Ubs, Sergio Ermotti, incassa in un un minuto quanto un lavoratore medio svizzero guadagna in 4 ore. Nel 2015, l'ex manager di Unicredit ha incassato 14,3 milioni di franchi. Nonostante un referendum elvetico avesse chiesto di limitare i super-stipendi in banca

Per guadagnare quello che il ceo di Ubs, Sergio Ermotti, incassa in un minuto, un lavoratore medio svizzero ci impiega 4 ore. Il calcolo si evince dalla classifica dei 10 top manager elvetici più pagati nel 2015, realizzata dalla banca zurighese Julius Baer. Ermotti, 55 anni, fascinoso ex-direttore del private banking di Unicredit, durante l'era Profumo, ha ricevuto, lo scorso anno, 14,3 milioni di franchi. Che in euro sono circa 13 milioni e mezzo. È pur vero che, durante l'ultimo esercizio, il più importante istituto di credito svizzero ha quasi raddoppiato gli utili: 6,2 miliardi di franchi, contro i 3,6 del 2014, con un aumento del 74%. È, tuttavia, altrettanto vero che, 3 anni fa, il 68% degli elettori elvetici, scandalizzati dai guadagni stratosferici di molti mega dirigenti d'azienda, accettarono in referendum che ai super stipendi venisse posto un tetto, come proponeva il parlamentale Thomas Minder.

Il quale, oggi, afferma schifato che la volontà popolare è diventata carta straccia. "Noto che il progetto uscito dalle urne ha più buchi di un formaggio Emmental", ha tuonato, in un'intervista al settimanale SonntagsZeitung. "Fatta la legge, trovato l'inganno", il commento malizioso, a 
Repubblica.it, di Sergio Rossi, docente di macroeconomia all'Università di Friburgo. "È pur vero che gli azionisti di Ubs, come prevedeva Minder, hanno si deciso un limite delle retribuzioni complessive. Tuttavia, visto che, nel caso di Ubs, Ermotti ha centrato gli obbiettivi che gli erano stati fissati, ecco che si è beccato il super bonus". "La verità - spiega Rossi - è che esiste un conflitto tra i piccoli azionisti, prevalentemente svizzeri, che vorrebbero compensi ragionevoli, e i grandi azionisti, in maggioranza esteri, i quali preferiscono pagare profumatamente i dirigenti, per evitare che passino alla concorrenza".

Lì si è arenato l'esito del referendum. In effetti, come ha accertato Julius Baer, il ceo di Ubs, è in buona compagnia se si considera che, lui e gli altri 9 top manager svizzeri più pagati, hanno cumulato, nel 2015, un jackpot di circa 80 milioni di euro. La legge degli stipendi alle stelle non vale, però, per tutti. Ad esempio due banche pubbliche, la Banca Cantonale di Vaud e quella del Giura, hanno messo a dieta i loro vertici. Il ceo della

 

prima si è visto ridurre lo stipendio addirittura di circa il 20%, già nel 2014. Anno nel quale ha, pur sempre, incassato l'equivalente di un milione di euro